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Il Comune di Piscina
Il nome di Piscina sembra derivare dall’abbondanza di fontanili che consentivano, in passato, di praticare la piscicoltura, o quantomeno dal carattere forse un tempo prevalentemente paludoso del territorio, il cui aspetto geo-morfologico storico parrebbe confermare quest’etimo (a cui si riferisce anche lo stemma comunale: una polla d’acqua nella quale nuotano due pesci).
Anticamente Piscina fece parte integrante del comune di Tavernette (ora frazione di Cumiana), di cui dovette per secoli seguire le sorti.
Nel 1801 Piscina divenne finalmente comune autonomo.
I principali edifici storici di Piscina sono l’antica «ala», tettoia coperta risalente alla fine del ‘600, perfettamente conservata e rara testimonianza di architettura spontanea collettiva, e la chiesa parrocchiale, progettata nella prima metà del XVIII secolo dall’illustre architetto pinerolese Girolamo Buniva e terminata nel 1766. Il Buniva è oggi considerato, dopo una riscoperta abbastanza recente, uno dei più rappresentativi e interessanti esponenti del barocchetto architettonico piemontese; l’imponente facciata in mattoni a vista è dominata da un movimento plastico che caratterizza tutta l’opera dell’architetto, inserendolo a pieno titolo nel novero dei «neo-guariniani».
Il figlio di Girolamo Buniva, Michele, fu un personaggio rilevante nel contesto piscinese dell’Ottocento, perché qui trascorse gli ultimi anni e vi morì nel 1834, dopo una vita di studi e di ricerche mediche e dopo essersi guadagnato il merito di aver debellato il vaiolo in Piemonte, introducendovi il vaccino.
Nel 1854 venne inaugurata la linea ferroviaria Torino-Pinerolo. A partire da questo momento, si può dire che Piscina cominciò a subire un’inevitabile trasformazione conseguente alla facilità di collegamento con la grande città.
Negli ultimi decenni, infatti, pur continuando a mantenere una rilevante componente rurale, è progressivamente cresciuto il pendolarismo verso Torino che ha fatto di Piscina un centro di sviluppo residenziale.